Sembro pessimista ….

Sembro pessimista: per un attimo ho avuto questa impressione e non mi è piaciuta; anche perché non è così! Mi piace scherzare su tutto e di tutto, mi piace cogliere gli aspetti più particolari delle situazioni o delle persone … mi piace anche quando vengo preso in giro io, e poter fare a gara su battute nei miei confronti.
Quello che non mi piace, è quando non si riesce a capire che proseguendo in un certo modo, si finisce per isolarsi ancora di più da chi ci sta vicino, da chi dovrebbe capire e invece prosegue imperterrito sulla strada verso il burrone!
Tutti i nodi vengono al pettine, vero?
(Che poi detto da me è tutto un programma!!!). Alla resa dei conti, si resterà con niente in mano, e soprattutto con un cuore e un’anima svuotati.
E questo mi dispiace, tanto!
Sembro pessimista, ma non lo sono!

In attesa  …

Tante persone attraversano la nostra vita e i nostri giorni; tante non le conosciamo, molte altre ci accompagnano solo per qualche giorno, o qualche anno, e non è mai semplice restare in contatto. …

Sorgente: In attesa  …

In attesa  …

Tante persone attraversano la nostra vita e i nostri giorni; tante non le conosciamo, molte altre ci accompagnano solo per qualche giorno, o qualche anno, e non è mai semplice restare in contatto. Certo, Facebook o altri social possono aiutare, ma quello è solo una parvenza di contatto, tante volte è solo per far numero …

Perdonatemi amici miei! So che sarebbe stato molto più bello rimanere vicini e condividere tempo e vita! Forse non c’è stato troppo impegno da parte mia, forse dovevo cogliere qualche segnale che mi son perso, distratto da altri pensieri e obiettivi … cercherò di non lasciare che tutto si riduca agli auguri di buon compleanno!

In attesa di un grande incontro, vi auguro il meglio! Buona vita!

La differenza

Img_0064Nel programma con cui io e i miei colleghi lavoriamo ogni giorno ci sono due tipi di note, inserite nelle pratiche che gestiamo: le prime sono note “statiche”, non modificabili; sono le note che il programma carica in automatico con alcune informazioni base; poi, ci sono le note “dinamiche”, quelle cioè in cui ogni operatore descrive la gestione della pratica, informazioni utili per un soccorso, note in cui si “giustifica” per la gestione svolta per evitare futuri reclami o segnalazioni; sono quelle note in cui, a parte tratti comuni, si evince la gestione personale di un’assistenza.

elicottero-radiocomandato

Nella vita accade lo stesso: si può essere una persona “statica”, che vive con informazioni minime e che è quasi invisibile nella quotidianità; si può anche scegliere però di colorare il mondo che ci circonda con le proprie tonalità, allietarlo con la propria musica, inserire gli ingredienti unici che abbiamo nella nostra anima e nella nostra coscienza.
La differenza c’è e si sente, e siamo noi in primis a godere di un mondo nuovo.
Buona vita

Su e giù per la scala

Berlicche

Sono sull’ultimo gradino della scala, in equilibrio precario nel tentativo di afferrare quel caco troppo alto. La pianta è ancora piena di foglie, ma la scorsa notte si è sfiorato lo zero. Meglio raccogliere adesso.
Sono sudato marcio a forza di scendere e salire in continuazione quei gradini resi sdruccioli dai frutti caduti. Rischiare la vita per raccogliere un caco in più penso sia in qualche maniera inscritto nel DNA maschile. Come è nel DNA femminile non capire il valore del gesto atletico del proprio consorte e chiamarlo per una commissione proprio nel momento in cui è impegnato allo spasimo.
Deve essere così da tempi immemorabili. Probabilmente mentre Urgu delle caverne stava lottando contro la tigre dai denti a sciabola si dev’esser sentito chiedere:
“Urgu, caro, hai quasi finito?”
“Grmpff” (schivando una zampata della belva)
“Allora, quando hai terminato lì potresti andare vicino al fiume a procurarti un po di…

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Normalità

Berlicche

Mi capita l’occhio su una di quelle tabelle comparative che girano su internet dai suoi albori.

Ve la allego qui. “Un normale sabato mattina, con o senza figli”

saturday_mornings

Ah-ah, fa proprio ridere. Per chi s poco l’inglese o non ha voglia di leggere, il genitore passa la mattinata tra piscio, capricci, incidenti domestici a ripetizione. Normale amministrazione, come sa chi ha una famiglia. Quello senza figli, dorme.
Sapete cos’ho pensato, leggendolo?

A quel poveretto che, a fine mattina, si guarda un film nel suo letto. Da solo, senza il sorriso di un bambino, senza nessuno che abbia bisogno di lui.

Che non sa cosa fare, che non ha niente da fare. Inutile e solitario, mentre il film risuona nella stanza vuota.

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Pregi e difetti

mancanza

Non scrivo spesso, perché quando un desiderio diventa costrizione perde tutto il fascino, per me.

Non so classificare se sia un pregio o un difetto … e ora sono qui a scrivere proprio di questo: di cosa è lecito pregiarsi e quali difetti è bene tenere nascosti sotto il tappeto?

Nessuna classificazione, per carità: per quanto ami schedare, diagrammare e far quadrare i conti (non potrei vivere senza excel!), quando si parla di pregi e difetti rimango cauto; anche perché, chi stabilisce la distinzione? Soprattutto nei rapporti umani, mi lasciano sconcertato alcune riflessioni tipo “Senza questi difetti sarebbe una persona eccezionale!” o simili.

Ognuno ha “peculiarità”, “particolarità”, che lo rendono unico e irripetibile (per fortuna), sia che ci piacciano o meno.

Che poi difetto deriva dal latino defectus, ovvero mancanza: ed allora il difetto che vediamo nell’altro può essere l’occasione per me per colmare una mia mancanza!

Gran premio della montagna

purtroppo

granpremiomontagna

Avevamo biciclette male assortite. Passavamo le estati, tutte, nella terra dove sono nati i nostri nonni e i nostri padri.
Tutto piatto in quella pianura. Un rilievo neanche a pagarlo. La cosa che somigliava di più a un rilievo era l’argine del Po. La nostra grande muraglia che tagliava per il lungo quella piana infinita. Ecco, le salite erano quelle rampe che portavano in cima all’argine.
Guardavamo il tour de france in televisione e sognavamo le cronoscalate.
Poi andavamo a pescare in bici. O a giocare a calcio o a pallavolo nel campo in piazza. O la sera, dopo cena, la granita alla menta, al cedro o al cocco seduti sul muretto. Che schifo il cocco.
Ma ogni volta che tornavamo a casa era una sfida su quella salita.
Catene tirate al massimo e quasi in apnea su, su, su. Con tutta la forza, con tutto il cuore. Ciclismo puro…

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